- 3 Ottobre 2018
- Posted by: Stefano Cavallaro
- Categoria: News studio
Con Sentenza 41421/2018 la Suprema Corte di Cassazione ha effettuato un’articolata disamina sulla natura delle società totalmente partecipate dall’amministrazione pubblica. La Corte ha ribadito che debbono essere mantenute ben distinte le funzioni di natura pubblica – alla cui realizzazione tali società sono chiamate – da quelle di natura privatistica tra le quale vanno annoverate le procedure relative al reclutamento del personale, all’instaurazione e gestione dei rapporti di lavoro.
In applicazione di tale principio la Suprema Corte ha affermato innanzitutto che la graduatoria provvisoria per l’assunzione di dipendenti in una società in house non è un atto pubblico. Quindi, in caso di illecita alterazione delle posizioni dei candidati, non sarebbero integrati gli estremi del reato di falsità materiale in atto pubblico per il direttore del personale che abbia inteso favorire alcuni candidati a danno di altri.
Al contrario, in siffatte circostanze, è certamente ravvisabile il reato di abuso d’ufficio: la natura pubblicistica del servizio locale gestito dalle società in house attribuisce, infatti, al vertice aziendale la qualità di incaricato di pubblico servizio. Da cui deriva l’imputabilità per abuso d’ufficio ove fosse accertato l’intervento volto ad alterare l’esito della procedura di selezione.